La Commemorazione dei defunti, nota anche come Giorno dei Morti, è una festività celebrata dai cattolici il 2 novembre, preceduta dalla Novena. Questa data segue la festa di Tutti i Santi, il 1° novembre, nel calendario liturgico. In passato, nel vetus ordo del rito romano, se il 2 novembre cadeva di domenica, la celebrazione veniva posticipata al giorno successivo. Nonostante non sia ufficialmente una festività in Italia, per molti cristiani è un giorno di particolare importanza.
Durante la Commemorazione dei defunti è tradizione visitare i cimiteri, che per l’occasione aprono ad orari prolungati, portando fiori e crisantemi sulle tombe dei propri cari. Questo gesto simboleggia il ricordo e l’amore verso i defunti. In varie località, specialmente nel Meridione italiano, è consuetudine preparare dolciumi, noti come “dolci dei morti”, per celebrare la giornata. In Sicilia, durante la notte di Ognissanti, si crede che le anime dei defunti della famiglia regalino dolci tradizionali ai bambini insieme alla frutta di Martorana.
Altre tradizioni regionali includono il “bèn d’i morti” nelle zone della provincia di Massa Carrara, dove si crede che i defunti lascino l’onere di distribuire cibo ai bisognosi alla propria famiglia. In Puglia, vengono preparate le “colva”, dolci a base di grano cotto con cioccolato, noci, mandorle, uva passa e vincotto. Nelle comunità dell’Eparchia di Lungro e dell’Eparchia di Piana degli Albanesi, seguendo la tradizione orientale di rito greco-bizantino, si commemorano i defunti secondo usanze specifiche.
In diverse aree d’Italia si crede che durante la notte del Giorno dei Morti le anime dei defunti ritornino tra i vivi, e ci sono credenze come quella delle processioni delle anime per le vie dei borghi e delle città. Alcune tradizioni richiamano anche elementi associati a festività simili, come intagliare zucche e accendere candele all’interno, usate come lanterne, simile a quanto avviene nelle celebrazioni di Halloween.
In diverse regioni italiane sono presenti tradizioni specifiche: nel Friuli Venezia Giulia si lascia un lume acceso, un secchio d’acqua e un tozzo di pane; in Veneto si preparano gli “Ossi da Morti”, dolcetti di pasta frolla colorata; in Trentino Alto Adige le campane suonano a lungo per radunare le anime intorno alle case; in Piemonte e Val D’Aosta si lascia la tavola imbandita e si visita il camposanto; in Umbria si mangiano gli “Stinchetti dei Morti”, dolcetti a forma di fava; in Liguria si preparano “bacilli” e “balletti”, fave secche e castagne bollite; in Sardegna i ragazzi chiedono offerte di cibo e dolci di produzione casalinga.
In altre regioni come l’Abruzzo si lascia la tavola apparecchiata con lumini accesi, mentre i bambini ricevono dolcetti di fave. Nel cremonese si sistemano i letti e si preparano dolci chiamati “ossa dei morti”. A Roma, anticamente, si consumava il pasto accanto alla tomba di un parente defunto, mentre sulle sponde del Tevere si svolgeva una cerimonia di suffragio per i defunti che avevano perso la vita nel fiume, illuminata da torce.
Queste tradizioni riflettono la ricchezza culturale e religiosa delle varie regioni italiane nel commemorare i propri defunti nel Giorno dei Morti.